Massimo Giletti apre la puntata di Non è l’Arena dedicata in toto all’emergenza Coronavirus con un monologo commovente e molto privato dove parla della morte del padre avvenuta il 3 Gennaio scorso e lo fa per sensibilizzare il pubblico verso coloro che stanno morendo a causa del virus e lo stanno facendo soli. Giletti ricorda d’aver avuto la possibilità d’essere stato vicino al genitore negli ultimi momenti di vita e pensa a tutti coloro che non possono avere la stessa opportunità visto il momento sanitario molto difficile:
“Io ho perso mio padre il 3 gennaio e probabilmente se non lo avessi perso non direi queste cose. Ho avuto la fortuna di potergli stare vicino fino all’ultimo, era in terapia intensiva dove magari adesso ci sono persone in condizioni disperate, ho avuto la fortuna di abbracciarlo, baciarlo, ho potuto fargli capire che ero lì e in questo momento penso a chi questo privilegio, che fino all’altro giorno appariva normale, non ce l’ha.”
Massimo Giletti: “Avremmo dovuto investire di più nella sanità”
Massimo Giletti non esita a ricordare che forse negli ultimi anni avremmo dovuto investire di più nella sanità, probabilmente adesso avremmo avuto molte meno vittime. Una situazione grave che il personale sanitario italiano sta affrontando con estrema professionalità: “Parlo di persone che hanno costruito questo paese, che grazie alla loro pensione hanno spesso contribuito a tenerlo in piedi, aiutando i propri nipoti. Quello che voglio dire è che se forse in questi anni si fosse investito di più in sanità, avremmo potuto salvare queste molte di queste persone.” Giletti ha condotto una puntata dedicata al Covid-19 dove si è avvalso di esperti e medici impegnati in prima linea nell’emergenza, ha poi anche dato l’opportunità a Adriano Panzironi di difendersi d’accuse ricevute d’alcuni addetti ai lavori: il virolo Pregliasco è arrivato anche a definire alcune sue tesi del giornalista al limite del criminale.