Che il blocco provocato dal Covid abbia messo in ginocchio l’economia, ormai è un dato di fatto. Ma il settore che porterà con sé maggiormente lo strascico sarà il turismo. Secondo le previsioni degli esperti infatti per vedere una crescita nel comparto turistico bisogna aspettare il 2023. A dirlo è la relazione del Bollettino dell’Ufficio Studi di Enit – Agenzia nazionale del turismo, secondo il quale, pur attraversando adesso in periodo no, “il lifestyle italiano tornerà più forte di prima”.
Sebbene infatti il primo trimestre del 2020 sia stato registrato in maniera positiva, per questa estate alle porte sono molti i dubbi sulla resa turistica. Secondo le statistiche, il lockdown ha provocato un calo delle prenotazioni di ben oltre il 57%. Saranno molte le attività dunque a rimetterci, dal punto di vista economico e degli incassi.
In Puglia la ripresa entro il 2023
Nel Bollettino è palesemente presente una previsione per la quale la ripresa nel comparto turistico anche in Puglia arriverà entro il 2023. Per allora le città avranno un’affluenza turistica ben più alta rispetto a quella avuta nel 2019. Bisogna aspettare un poco per rivedere quindi i viaggiatori domestici fare ritorno in Puglia, dal momento che “si prevede che i viaggi nazionali e a corto raggio riprenderanno la post-pandemia più rapidamente che i mercati a lungo- e medio raggio”.
Il calo in termini economici (oltre che percentualistici) è davvero molto alto. Per i turisti stranieri infatti quest’anno si avrà uno smacco di 20 miliardi di euro. Ancora piu grave il bilancio sui turisti nostrani, che invece vedrà un calo di ben 46 miliardi. Circa i pernottamenti internazionali si prevede un calo di 102 milioni nel 2020 rispetto al 2019. Gli hotel a 3 e 4 stelle subiranno uno smacco totale pari 2,5 miliardi.
Ad avere la peggio anche le compagnie aeree
Non solo le strutture di pernottamento, alberghi, ristoranti e villaggi avranno il calo. Le compagnie aeree sono quelle che seguiranno a ruota la crisi. Gli arrivi internazionali del primo trimestre del 2020 hanno già avuto un calo di quasi il 40% rispetto all’anno scorso. Asia e Pacifico sono i luoghi da cui per partenze sono maggiormente calate. Per il 36,4% invece gli europei hanno bloccato i propri viaggi, per il 29% invece sono interessati l’africano e il Medio Oriente.
A ben vedere la zona europea è quella maggiormente in crisi. Pii nel dettaglio l’area del centro e dell’est hanno subito lo smacco per quasi il 41%, mentre la zona occidentale e quella meridionale, perdono rispettivamente il 39,7% e il 39,2%. Meglio la zona Nord Europa, il cui calo riguarda solo il 33,9%.
Dal punto di vista della nostra situazione invece, gli atterraggi internazionali, nel periodo gennaio-marzo, registrano un calo del 40%. Siamo lo stato messo peggio, considerato che in Francia si parla di calo del 37,3%, in Spagna del 34,6%. Infine si legge nel Bollettino dell’Enit, che più andiamo verso l’alta stagione e più le cose peggiorano. Pare infatti che nelle prossime settimane vedremo una flessione delle prenotazioni nelle nostre località di circa l’84,6%, contro l’82,9% della Francia, e l’80,3% della Spagna.
Cali turismo non solo in Puglia
Ad avere la peggio sono città del calibro di Venezia e Firenze, tanto per citarne alcune. Ma in generale è tutta Italia ad essere flagellata da questa contrazione dei consumi. La Puglia, regione che negli ultimi anni ha visto crescere la frequentazione da parte di turisti italiani ed europei, ora dovrà fronteggiare un 2020 incerto. Il persistere della pandemia, e le problematiche connesse ai viaggi da e verso l’Italia dunque andranno a, mettere ko gli incassi di numerose strutture come hotel, alberghi, villaggi, ma anche bar, ristoranti e così via.
Sempre secondo il bollettino Enit, a titolo esemplificativo, si è avuto rispetto all’anno scorso, un calo del 43,4% a Venezia, del 36% a Firenze, del 25,8% a Milano, del 22,7% a Palermo. E poi ancora, Torino avrà un calo del 21,4% di turisti italiani e del 15,6% di turisti stranieri.