Un giorno Naglaa Mohamed scopre di essere incinta di due gemelli, prendendo la notizia con molto entusiasmo, com’è giusto che sia. Naglaa affronta una difficile gravidanza, ma nessuno sospettava che ci fosse qualcosa che non andava nei piccoli.
“Le parole di Naglaa: Ero così felice di sapere che ero incinta. Ero davvero entusiasta di sapere dei gemelli” .
Triste scoperta subito dopo il parto
Arriva il momento del parto, un parto travagliato, ma alla fine Naglaa dà alla luce le sue creature…Quando l’ostetrica esce il feto si rende conto che non si tratta di un singolo individuo… tuttavia, che qualcosa non andava.
Infatti, una testa in più era cresciuta dalla testa di un bambino.
La condizione della piccola Manar, la figlia neonata di Naglaa, è estremamente rara e nascite simili di gemelli siamesi sono state viste solo 10 volte nella storia.
“È stato scioccante vedere la mia piccola figlia così. Ero davvero spaventata e preoccupata per lei” dice Naglaa.
La testa in più che è cresciuta nella testa di Manar era un bambino sottosviluppato ma che poteva sorridere e persino battere le palpebre, ma non vivere senza il corpo di Manar, era una sorta di individuo parassita.
L’altra estremità reagisce in modo diverso
Il volto del “bambino” che è cresciuto dalla testa di Manar era completamente suo, e il bambino chiamato da Naglaa Islam aveva occhi, naso, bocca e cervello. Tuttavia, il bambino era completamente privo del proprio corpo e non poteva sopravvivere senza sua sorella.
“Islam reagisce alle cose in modo completamente diverso da Manar. A volte Manar sorrideva, mentre l’Islam piangeva e gridava” dice Naglaa.
La testa in più di Manaar proveniva da un disturbo dello sviluppo del craniopagus parasiticus in cui uno dei gemelli siamesi non ha sviluppato il proprio corpo per se stesso.
Chirurgia pericolosa
Sebbene Manar e Islam avessero entrambi il proprio cervello, condividevano la circolazione sanguigna, quindi difficilmente avrebbero potuto sopravvivere insieme. Infatti, Islam assorbiva la forza vitale di sua sorella e nonostante ciò accusava gravi problemi di salute dal punto di vista cardiaco.
Dato che Islam non aveva alcuna possibilità di sopravvivere senza un corpo, i medici avevano solo un’opzione. Dovevano separare Manar e Islam chirurgicamente, condannando a morte quest’ultimo e rischiando di causare la morte anche della neonata sana per via della difficoltà dell’intervento.
Fortunatamente, nonostante le difficoltà, l’intervento chirurgico impegnativo ha avuto successo e Manar è finita nei libri di medicina come l’unica bambina che sia mai sopravvissuta a un intervento così difficile.
La bambina non è sopravvissuta a lungo
Purtroppo, però, questa non è una storia a lieto fine. Infatti, Manar, giunta all’età di 2 anni, è morta per un’infezione al cervello solo 13 mesi dopo il primo intervento che l’ha separata dal fratellino neonato.