Un ritratto in chiaroscuro. Così potremmo definire il gioco in Italia, un settore che da una parte presenta interessanti opportunità di sviluppo economico, sia per i grandi gestori che per le piccole attività sul territorio, ma dall’altra è afflitto da infiltrazioni criminali con risvolti spesso preoccupanti a livello sociale, in particolare in relazione a fenomeni come la ludopatia ed i prestiti a tassi usurai.
Un settore in crescita, se regolato dallo stato
Il mondo delle scommesse, delle videolottery e del gioco online è in costante crescita da anni e i dati AAMS relativi al 2019 confermano questo trend con un volume di denaro giocato in Italia pari a 110,54 miliardi di euro, in aumento del 3,5%. Il settore rappresenta un’opportunità di sviluppo economico e di redistribuzione degli utili lungo la filiera, ma ovviamente solo se praticato in modo legale e regolato dallo Stato. In Italia è l’Agenzia delle dogane e dei monopoli che ha il compito di verificare l’attività dei concessionari e degli operatori del comparto del gioco e di esercitare una mirata azione di contrasto al gioco illegale.
Sono infatti presenti, sia nell’online che nel mondo fisico, operatori che esercitano l’attività di gioco illegalmente, ad esempio con “macchinette” senza autorizzazione oppure attraverso siti Internet non autorizzati o con sede in Paesi stranieri a fiscalità agevolata e con pochi controlli da parte delle autorità.
Perché utilizzare solo siti legali e autorizzati
È importante verificare se il casinò online che si sta utilizzando è legale. Per andare sul sicuro, esistono delle apposite piattaforme dedicate alla valutazione degli operatori del settore, in cui si possono trovare i nuovi siti di scommesse raccolti e recensiti dagli esperti del mercato. Oltre ad avere la certezza che si tratta di casinò legali, qui si può trovare un giudizio imparziale anche su numerosi altri aspetti, come ad esempio i bonus e le promozioni proposte.
I rischi a cui ci si espone utilizzando siti non autorizzati sono diversi. Innanzitutto, c’è la possibilità che i bookmakers illegali non paghino le vincite nei confronti degli utenti, chiudendo il conto o rendendosi irreperibili. C’è poi il capitolo dati sensibili, tra cui quelli sulle modalità di deposito del denaro, che potrebbero essere ceduti a terzi senza autorizzazione del giocatore.
Ricordiamo che i siti autorizzati AAMS riportano sempre il numero di licenza e un avviso per la promozione del gioco responsabile. Spesso è presente anche il logo dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli.
La mano della criminalità organizzata
Purtroppo, nonostante le leggi presenti ed i controlli effettuati dalle autorità, il settore del gioco e delle scommesse presenta infiltrazioni da parte della criminalità organizzata, come rilevato dall’AAMS nel suo rapporto annuale.
Si registra infatti un’attività estorsiva ai danni delle società concessionarie, delle sale da gioco e degli esercizi commerciali, soprattutto bar e tabaccherie. Frequente è anche l’imposizione di apparecchi da parte dei referenti dei clan appartenenti alla criminalità organizzata, il pagamento di una somma per ogni “macchinetta”, l’intestazione a prestanome o l’inserimento di propri fiduciari nelle società.
Altro fronte è rappresentato dalle scommesse online, in cui la criminalità utilizza elevate competenze tecnico-informatiche per alterare i sistemi di gioco e sottrarre ingenti somme all’erario. Veri e propri meccanismi truffaldini, di cui le prime vittime sono proprio i giocatori che rischiano di cadere maggiormente in quello che viene chiamato gioco patologico. A completare il quadro, c’è infine l’attività di prestito di denaro a persone affette da ludopatia con tassi usurai.
La situazione in Puglia
Il mondo del gioco in Puglia vale 4,6 miliardi di euro secondo i dati AAMS. La provincia con il numero maggiore di licenze per l’esercizio delle scommesse da parte dei questori è quella di Bari, che purtroppo ha anche un ruolo di primo piano nell’ambito dell’attività criminale connessa al gioco.
A Bari è stata rilevata l’elevata influenza dei clan Parisi e Capriati, in base ad una relazione redatta dalla Dia. L’attività investigativa in zona è di lunga data, con i primi riscontri risalenti al dicembre 2009 con l’operazione “Domino”, che portò al sequestro di beni per l’ingente valore di 220 milioni di euro. L’infiltrazione del clan Parisi, invece, è emersa nel 2010 nell’ambito dell’inchiesta della Guardia di Finanza denominata “Bocciulo”, che rilevò l’attività dell’organizzazione criminale nell’individuazione delle vittime da sottoporre ad usura nei circoli ricreativi.
Nella provincia di Foggia, la presenza della criminalità è stata rilevata attraverso circuiti legati ad organizzazioni di matrice ‘ndranghetistica, mentre in quella di Brindisi l’attività è gestita prevalentemente dalla Sacra Corona Unita. Inoltre, l’inchiesta “Scommessa” del 2018 ha portato a galla un’alleanza tra le cosche pugliesi, calabresi e siciliane per la gestione delle scommesse illegali.