Roberto Baggio è uno dei calciatori simbolo degli anni 90 e 2000, nonchè uno dei giocatori italiani più talentuosi e amati dai tifosi ed appassionati di calcio in generale: nonostante abbia indossato le casacche di società calcistiche spesso accomunate da rivalità accese, è stato da sempre stimato e rispettato dalla stragrande maggioranza degli schieramenti.
Personaggio ironico, grazie alle gesta in campo ma non solo, il look che lo ha reso inconfondibile e che gli ha conferito uno dei più celebri soprannomi, ossia Il Divin Codino, è anche il nome del nuovo film biografico (o biopic) disponibile sulla piattaforma Netflix a partire dal 26 maggio 2021, diretto da Letizia Lamartire incentrato proprio sulla vita e sulla carriera dell’estroso numero 10.
Un’opera che è maggiormente incentrata sulla figura dell’uomo Baggio, prima che sul calciatore, lavoro che ha visto la collaborazione del diretto interessato per portare a termine un racconto coerente.
Roberto Baggio è nato a Caldogno, il provincia di Vicenza, il 18 febbraio 1967, il sesto figlio degli otto nati da Florindo Baggio (venuto a mancare nel 2020) e Matilde Rizzotto.
Viene chiamato Roberto in omaggio a Roberto Boninsegna. Tira i primi “calci” da piccolissimo, crescendo con il brasiliano Zico come idolo di riferimento, nella rappresentativa del suo paese prima di passare nel settore giovanile del Vicenza, non completando gli studi: con la Lanerossi si mette in luce in poco tempo e nel 1985 viene acquistato dalla Fiorentina, che lo preleva dal Vicenza nonostante abbia subito il primo di uno dei suoi numerosi infortuni al ginocchio destro ma che non comprometterà la sua ascesa: la piazza viola lo adora da subito e sarà una delle cause dell’accesa rivalità tra gigliati e bianconeri della Juventus che permane tutt’oggi, Baggio infatti passa in bianconero dopo 5 anni in viola, ed anche se è sempre frenato da qualche problema fisico, vincerà uno scudetto, una Coppa UEFA e una Coppa Italia. Passa poi al Milan, dove vincerà un altro scudetto, al Bologna, all’Inter dove sarà decisivo per far qualificare i nerazzurri in Champions League per poi chiudere la carriera di club con 4 emozionanti anni al Brescia, sotto la guida di Carlo Mazzone.
E’ stato il terzo italiano a vincere il Pallone D’Oro nel 1993, dopo Gianni Rivera e Paolo Rossi.
Molto importante il suo apporto con la Nazionale Italiana: dopo aver ben figurato nei mondiali del 1990, è probabilmente il calciatore simbolo della spedizione “americana” ai mondiali del 1994, che si concluderanno con il famosissimo rigore fallito proprio da Roberto contro il Brasile. Successivamente si conferma su ottimi livelli anche nel 1998 anche se non sarà convocato per i mondiali del 2002 in Giappone (dove è particolarmente amato grazie anche alla sua fede buddista, essendosi convertito alla Soka Gakkai a fine anni 80).
Il rapporto con i numerosi allenatori che lo hanno avuto a disposizione è un altro tema sempre molto dibattuto che ha contribuito a renderlo un personaggio particolare e unico: inviso a molti tecnici per ragioni caratteriali e/o tattiche, come Marcello Lippi, Fabio Capello, Arrigo Sacchi (dopo un iniziale buon rapporto), Renzo Ulivieri, invece apprezzato da altri che gli lasciavano maggiore libertà e che lo apprezzavano per questo, come Gigi Simoni, Luigi Maifredi e Carlo Mazzone, definito dallo stesso Roberto un “secondo padre”.
Dopo il ritiro dal calcio giocato Baggio continua ad essere molto amato e rispettato, pur essendosi ritirato totalmente a vita privata.
Sposato con Andreina Fabbi dal 1989, ha avuto tre figli: dopo la primogenita Valentina, sono nati Mattia e Leonardo. Uno dei suoi fratelli, Eddy, è stato anch’egli calciatore professionista.
Il tema relativo al patrimonio di Roberto Baggio ha favorito numerosi rumors in merito ai soldi guadagnati dal talentuoso ex numero 10: Baggio è stato in effetti uno dei calciatori italiani più pagati della sua generazione (nel 1994 fu il primo calciatore a entrare tra i quaranta sportivi più pagati del mondo), ha inoltre investito in diverse società ed aziende di vario tipo.
Oggi è solito condurre una vita semplice, lontana dalla mondanità, e risulta quasi impossibile fare un calcolo sulle sue finanze.
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