Rino Gaetano a 40 anni dalla prematura scomparsa fa ancora molto parlare di se, sia per l’indubbio talento nel realizzare testi e canzoni decisamente all’avanguardia, al punto da essere spesso censurato anche perchè amava criticare figure politiche e sociali.
Anche la sua morte, sopraggiunta all’età di 31 anni, ha dato vita a numerosi rumors e dubbi sulle dinamiche, che hanno contribuito a creare leggende e dicerie.
Rino Gaetano infatti fu vittima di un incidente la notte del 2 giugno 1981, mentre si trovava alla guida della sua Volvo 343 nuova di zecca, avendo praticamente distrutto la sua precedente vettura a causa di un altro incidente pochi giorni prima. Si trovava sulle strade di Roma, sulla via Nomentana, all’altezza di via Carlo Fea, dove intorno alle 3.35 invase la corsia opposta e impattò con grande violenza un camion che arrivava. Fu trasportato con urgenza al Policlinico Umberto I ma era già in coma quando fu trasferito al Policlinico Gemelli: i numerosi traumi e la non adeguata attrezzatura degli ospedali non poterono nulla, ed il talentuoso cantante morì poco dopo.
La sorella Anna ha recentemente “sfatato” il mito secondo il quale gli ospedali rifiutarono di soccorrerlo: “Si tratta di una leggenda. Quando il corpo di mio fratello fu estratto dalle lamiere, venne portato al Policlinico Umberto I, semplicemente perché era il posto più vicino. La struttura non aveva una sala operatoria attrezzata per la craniolesi, ma non l’avevano neppure gli altri ospedali contattati telefonicamente”.
Fa comunque effetto scoprire che Rino aveva quasi “predetto” la propria scomparsa quasi un decennio prima in un brano inedito, ossia La Ballata di Renzo, dove raccontava di un uomo che venne rifiutato da tre ospedali e perfino dal cimitero.
«La strada era buia, s’andò al S. Camillo
e lì non l’accettarono forse per l’orario,
si pregò tutti i santi ma s’andò al S. Giovanni
e lì non lo vollero per lo sciopero.»
Personaggi come l’avvocato Bruno Mautone, fermamente convinto che il cantautore sia stato ucciso, ha fatto spesso appello a presunti “indizi” nascosti nelle canzoni.