L’Italia è uno dei principali paesi produttori di salumi ed insaccati, al punto che svariate tipologie sono considerate prelibatezze anche al di fuori dei confini nostrani, venendo esportate in tutto il mondo. Nella cultura europea, sopratutto in quella italiana infatti questi prodotti gastronomici sono presenti a qualsiasi altitudine ed in qualsiasi regione, in molti casi rappresentando specifiche zone territoriali del paese, solo per citare alcuni esempi c’è la mortadella, riconducibile a Bologna, oppure l’enorme varietà di salami.
In generale si tratta di prodotti particolarmente adatti ad essere inseriti in un contesto culinario complesso ma anche come ingrediente principale di un panino.
I tipi di insaccati
L’enorme varietà e tipologie di affettati fa ovviamente preferire uno piuttosto di un altro quando si tratta di scegliere quale consumare: oltre che al gusto personale, può essere sicuramente utile capire cosa stiamo mangiando e se un particolare alimento risulta più o meno affine al nostro organismo. E’ bene ricordare che gli insaccati come il salame sono realizzati unendo parti di carne di animali assieme a spezie, sale e grasso, ed inserendo il tutto in involucri come il budello, mentre quelli non insaccati sono realizzati utilizzando un’intera parte dell’animale, che viene sottoposta ad un processo discretamente lungo di insaporitura e stagionatura.
Perché bisogna mangiare il prosciutto anziché il salame?
Tendenzialemente per salvaguardare la nostra salute è opportuno optare per il consumo di salumi e insaccati non particolarmente calorici e con un contenuto di sale non troppo elevato.
Perchè appare più saggio consumare prosciutto invece del salame? Il prosciutto indicato è quello cotto, sopratutto quello magro, non a caso indicato per i più piccoli vista la facilità con il quale viene digerito: le calorie per etto non superano di molto i 200, mentre i salami, sopratutto quelli stagionati generalmente presentano un apporto calorico più elevato, che può superare le 400 per 100 grammi di prodotto.
Anche l’apporto di sale è sensibilmente più elevato per il salame, che costituisce fino al 5 % del peso totale, rispetto al prociutto cotto che non supera il 2 %.