Il concetto di cibo salutare ha avuto una forma di affermazione vera e propria negli ultimi decenni, e se molti “miti” sono stati sfatati con la scienza e con l’affermazione della stessa anche attraverso i social media, molti altri hanno trovato nuova affermazione ed hanno continuato a prosperare sopratutto grazie ad alcune convinzioni spesso concepite su percezioni completamente sbagliate o comunque non così corrette. E’ il caso delle gallette che è possibile trovare normalmente in qualsiasi supermercato, anche in varie tipologie e brand. Si tratta di un alimento percepito come salutare perchè formato principalmente da cereali come il riso. Ma le gallette fanno bene o no?
Attenzione alle gallette del supermercato: ecco perché non devi mangiarle
E’ bene specificare come vengono prodotte la quasi totalità delle gallette, ossia sopratutto attraverso l’estrusione, ossia un processo che fa perdere ogni segno di umidità nel cereale che viene poi sottoposto a un’intensa pressione.
Questo processo “abbatte” l’apporto di molti nutrienti come le fibre, i sali minerali e vitamine, “trattenendo” quasi esclusivamente i carboidrati. Spesso le gallette sono percepite come salutari perchè leggere e decisamente sazianti ma l’apporto calorico a parità di peso è mediamente superiore al pane tradizionale. Inoltre è presente un discreto apporto di amido che influsce negativamente, in caso di quantità consumate realmente elevate alla formazione dell’acrilammide, che dopo essere stato sottoposto ad alte temperature diventa estremamente cancerogeno. Inoltre l’apporto eccessivo di gallette, sopratutto di riso, può influire significativamente sui livelli di glicemia nel sangue.
In generale comunque le gallette sono “sicure”, perchè l’apporto necessario per essere potenzialmente nocive sarebbe molto superiore a quello di un normale consumo. E’ comunque meglio optare per altre varietà di gallette, e non solo quelle di riso. Ad esempio quelle che contengono farro integrale, maggiormente ricche di fibre e proteine, sono indubbiamente più adatte al consumo, evitando comunque di utilizzarle come sostitute del pane o della pasta.